Conferenza dedicata ai Celti

A corredo della mostra Galati Vincenti. I Celti in Piemonte tra VI e I secolo a.C. allestita presso le sale del Museo del Territorio Biellese fino al 29 ottobre, è prevista per venerdì 20 ottobre alle ore 21 nella sala convegni del Museo,  la conferenza I CELTI IN PIEMONTE. DALLE INVASIONI DEL IV SECOLO ALLA ROMANIZZAZIONE, DAGLI INSUBRI AI CELTI DEL BIELLESE” a cura di Giuseppina Spagnolo Garzoli (già Soprintedenza Archeologia, Biella Arti e Paesaggio delle provincie di Biella, Novara, Vercelli e VCO) e Angela Deodato (Museo del Territorio Biellese).

Gli interventi si legheranno, dal punto di vista cronologico al periodo affrontato da Francesco Rubat Borel il 5 ottobre: come si passò dalla cultura di Golasecca allo stanziamento di veri e propri ethnoi (popoli) celtici in Italia settentrionale? Chi erano gli Insubri e i Leponti di cui sono state scavate molte necropoli e di cui abbiamo splendidi reperti in mostra? Quali caratteristiche accumunavano e differenziavano queste comunità stanziate tra Ticino (Svizzera) Novarese, Vercellese e Biellese fino alla Valle d’Aosta?

Tra fonti storiche e documenti materiali, Giuseppina Spagnolo ci mostrerà che lo spirito guerriero è una delle caratteristiche peculiari e costanti della compagine celtica alpina e transalpina,  che particolare era la tecnica di fabbricazione delle spade celtiche e che i Galati Insubri furono tanto stimati dai Romani da costituire un particolare settore del mercenariato dell’Urbe. Ma I Vertamocori, i Libui, i Leponti erano anche contadini, grandi sfruttatori delle risorse dei boschi, allevatori e soprattutto abilissimi metallurghi. E soprattutto erano portatori di una cultura raffinata e dai tratti unici. In particolare i costumi femminili e maschili, attraverso gli ornamenti delle tombe elitarie, con gioielli in argento e bronzo, vetro che imita l’ambra, gemme incise, ci mostrano un mondo tutt’altro che barbaro, espressione di  cultura ampia e sensibile agli stimoli esterni, in particolare agli usi mediterranei di Greci e Romani. Di questo ne sono testimonianza anche i bellissimi vasi in bronzo che si usavano nei banchetti, provenienti da ateliers dell’Etruria settentrionale, che accompagnano sulla mensa vasi altrettanto raffinati e origininali come il cosiddetto “vaso  a trottola”, contenitore particolare per il vino, bevanda che forse, ad un certo punto, soppianto’ la birra. Moneta e scrittura confermano che studiando i Celti del Piemonte scopriamo complesse civiltà frutto di organizzazione sociale differenziata, espressa da elaborati scritti e tipi monetali. Quale ruolo ebbero i Celti del Biellese in questo contesto? Furono davvero più poveri e relegati in un’area meno aperta ai traffici? L’intervento di Angela Deodato evidenzierà le peculiarità dei Celti di Cerrione e della Bessa, la loro raffinatezza emergente non tanto nella ricchezza dei materiali quanto nell’apporto culturale della scrittura e del sapere

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.