Gli artisti in mostra

Il tema del nascere/rinascere ha attraversato tutta la storia dell’umanità. Sarebbe dunque impossibile anche solo delinearne alcuni tratti, affrontarne i punti salienti, prestandosi ad ampie e infinite riflessioni di carattere filosofico, teologico e antropologico. In questo senso, la mostra si pone come un luogo ricco di suggestioni, di frammenti che, ben lungi dal definire un percorso organico ed esaustivo, vuole offrire spunti, che si rimandano spesso tra loro senza soluzione di continuità, momenti di riflessioni che potranno essere poi rielaborati dallo spettatore nel proprio cammino personale. Così l’esposizione di Biella vuole diventare un luogo in cui si medita sugli interrogativi dell’uomo, di fronte al senso più profondo del nascere, del morire, del soffrire. Uno spazio in cui confrontarsi, in definitiva, con se stessi.

Le opere in mostra affrontano queste tematiche secondo diverse prospettive, dalla nascita di Cristo alla sua morte, per giungere alla risurrezione. Un buon nucleo di splendide opere antiche, che si collocano tra i secoli XIV e XVIII, provenienti dal Museo di Oropa, si incentrano sui misteri di nascita e di morte di Gesù. Le diverse scene della Natività e della Crocifissione, alcune di carattere popolare, altre frutto di committenze colte e ricche, appaiono in molte opere come ostensori, pastorali, reliquiari. Sono lavori di grande impatto visivo, dovuto anche alla presenza di numerosissime pietre preziose.

Alcuni lavori, soprattutto di arte moderna e contemporanea, riflettono specificamente sul tema della morte, come passaggio verso un oltre, come apertura a una luce, a una speranza di risurrezione. Sono per la maggior parte opere legate al tema della Croce. Da quella di  KENJRO AZUMA, in cui le braccia della croce si ripiegano su se stesse, come per significare un abbraccio del mondo, a quella di PIETRO COLETTA, in cui un filo di rame che lentamente si libera dalle viscere della terra, quasi vibrando nello spazio, come per salire verso il cielo, lascia presagire nel suo slancio verso l’alto l’evento della risurrezione; da quella di MARIO FALLINI in cui i rocchetti di vetro crepati che compongono la croce suggeriscono lo squarcio del velo del Tempio, annullando in questo modo la separazione tra sacro e profano, alla croce «povera» di MIRCO MARCHELLI, che si presenta quasi fosse una sindone composta di teli, sui quali sono inscritte le diverse croci della storia; dai «pali» di MARCELLO MONDAZZI  che, giustapposti gli uni sugli altri, formano una croce, diventando, in questo modo, simboli della violenza dell’uomo contro l’altro uomo, in quanto l’essere umano fa loro uso per colpire il proprio fratello, a quella di MIMMO PALADINO che riflette invece sulla tematica tradizionale del Christus patiens, consegnandoci una commovente interpretazione, secondo la quale le braccia lunghissime di Cristo sembrano abbracciare tutti i popoli della terra. Se da un lato la croce è stata interpretata, soprattutto nel passato, come un luogo di «gloria» divina, dall’altro è invece rappresentata come un evento che definisce un dramma, un abbandono, un simbolo del dolore dell’uomo, di fronte alla solitudine della morte. Solenne e al tempo stesso drammatico è il crocifisso di GEORGES ROUAULT. L’artista francese presenta un Cristo dolente tra Maria, Giovanni e la Maddalena, simboli di un’umanità che attende dalla croce riscatto, redenzione. Una nuova vita.

Sul tema del nascere ci si affida soprattutto a opere simboliche legate da un lato al tema della luce, come gli specchi luminosi dell’artista americano DAVID SIMPSON, il quale, realizzando superfici iridescenti, sempre mutevoli e provvisorie variando allo scorrere del giorno, riprende il tema di Dio come luce inafferrabile, o all’idea dell’attraversare, come il concetto spaziale di LUCIO FONTANA che, bucando la tela, lascia intravedere un oltre, un infinito a cui ogni uomo è chiamato. Dall’altro lato, con l’artista di origine australiana  LAWRENCE CARROLL, presente alla Biennale di Venezia del 2013 nel neonato padiglione della Santa Sede, si esplora l’idea del ri-nascere, a partire da materiali gettati e poi recuperati, in vista di essere salvaguardati, protetti, custoditi: ciò che è stato scartato può risorgere, rinascere, grazie al gesto dell’artista. All’idea della nascita sono poi accostate alcune Natività antiche, che mostrano come il tema della nascere sia stato affrontato in ambito cristiano. Così a uno splendido dipinto di GIACOMO FRANCIA, in cui è presentata una bellissima Madonna con bambino, sviluppando quei temi cari all’iconografia religiosa del Rinascimento, attraverso la presentazione della sacra famiglia negli spazi della Natura, come simbolo della riconciliazione tra uomo e cosmo grazie all’Incarnazione, o alla preziosa tavola di LORENZO COSTA sono accostate un’opera di FELICE CASORATI e un’incisione di HENRI MATISSE: splendide maternità che, con linguaggi completamente diversi, presentano con grande delicatezza e tenerezza un mondo ricco di affetto, di amore. Sono come inni alla fiducia a cui  l’uomo è chiamato a vivere per vivere, a partire dall’abbandono di un bimbo nelle braccia della madre. Significativa è infine la presenza di alcuni giovani artisti, come FRANCESCO ARECCO, MASSIMILIANO GATTI, DANIELA NOVELLO, MARCO LA ROSA e SERENA ZANARDI.

La mostra inizia con una splendida opera di ANTONIO FONTANESI dal titolo “Sera” che mostra una donna in preghiera: per potere intraprendere un cammino attraverso quanto caratterizza più in profondità l’essere dell’uomo, la dialettica nascita/morte occorre una sosta, una meditazione. Un rientrare in se stessi, per compiere il viaggio della vita.

Giacomelli For Africa

Una mostra, un libro per l’Africa del più celebrato fotografo italiano del XX secolo, MARIO GIACOMELLI, per la prima volta in mostra integralmente il ciclo di fotografie

“Io non ho mani che mi accarezzino il volto”
13 gennaio – 3 febbraio 2013

INAUGURAZIONE
SABATO 12 GENNAIO 2013, ORE 17.30

ORARI giovedì-domenica, 10-12.30/15-18.30

La mostra, promossa dall’ASSESSORATO ALLA CULTURA, rientra nel progetto GIACOMELLI FOR AFRICA ed è organizzata da AMIS e PHOTOLOGY.

LANA, LANE & ALTRO. Eccellenze artigiane al Chiostro

Dopo il successo dell’edizione del 2011, anche quest’anno sotto i portici del Chiostro di San Sebastiano si terrà LANA, LANE & ALTRO. Eccellenze artigiane al Chiostro… un’occasione per regali curiosi e interessanti!

L’appuntamento è per DOMENICA 16 DICEMBRE 2012, ore 10-18.30.

 

Gastone Cecconello : Alle origini del mito

GASTONE CECCONELLO

ALLE ORIGINI DEL MITO

A cura di Lorella Giudici

30 NOVEMBRE 2012-6 GENNAIO 2013

Inaugurazione: venerdì 30 novembre alle ore 18

La complessità e la vastità della proposta artistica di Cecconello, unitamente alle forze messe in campo dalla rete di partenariato, hanno reso possibile il concretizzarsi di questo evento multiplo, presso le sedi di alta rappresentanza istituzionale quali il Museo del Territorio di Biella (inaugurazione venerdì 30 novembre 2012, ore 18), l’ARCA di Vercelli (inaugurazione venerdì 7 dicembre 2012 ore 18), la quale onora Cecconello del ruolo di primo autore locale a fregiarsi di tale sede istituzionale, e lo Spazio Cultura della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella (inaugurazione venerdì 30 novembre 2012), che, considerata la portata e la valenza dell’opera grafica nel complesso della produzione artistica di Cecconello, ospiterà un’esposizione dedicata esclusivamente alla grafica.

Gastone Cecconello ha attraversato cinquant’anni di storia artistica italiana lasciando uno straordinario novero di elementi significativi originali. Pittore ricco di contenuti, si distingue per il forte richiamo alla ricerca, sensibile alle molteplici metamorfosi del mondo che lo circonda. Cecconello è un artista che non rifugge dal mondo, anzi lo affronta in tutti i suoi aspetti con un candore ironico e con un atteggiamento fondamentalmente ludico.

Egli non tenta di rimpiazzare la realtà della storia e della cronaca con una finzione, ma apre, nella sua arte, un processo rappresentativo che ricolloca il mondo reale, svelandolo in una luce diversa, in un mondo ancor più reale. Si direbbe che la realtà ordinaria sia ai suoi occhi un mazzo di carte con il quale è possibile inventare un’infinità di altri giochi e innalzare audacissime costruzioni.

Tutto il suo lavoro – scrive Lorella Giudici – è stato e continua a essere un’incessante lotta tra la concretezza della materia (che seduce per la sua verità, ma parte da una condizione terrena) e il desiderio purista di risalire alla schiettezza e alla semplicità delle origini; tra la seducente bellezza del ferro, del legno, della pietra e la conturbante vivacità delle paste colorate, che generose affollano e rianimano le superfici su cui si posano”.

ORARI : giovedì-domenica, 10.00-12.30 / 15.00 – 18.30

L’Oro e la Memoria

L’Oro e la Memoria.
Ornamenti preziosi nella Valle del Cervo e nell’Alto Biellese.
a cura di Lia Lenti
2 DICEMBRE 2012 – 5 GENNAIO 2013
INAUGURAZIONE: sabato 1 dicembre 2012 alle ore 17

LA MOSTRA
I gioielli, circa duecento, esposti in mostra provengono in massima parte dalla Valle del Cervo e in un discreto numero dall’Alto Biellese. Essi sono il frutto di una costante accumulazione familiare, “piccoli tesoretti” passati da una generazione all’altra; sono il risultato di una metodica ricerca collezionistica che prende spunto da quella messa in piedi nel territorio biellese da Alessandro Roccavilla più di un secolo fa; sono lasciti di elevato valore simbolico da parte di membri anziani  nelle mani di “custodi della memoria”. L’insieme risulta completo e documenta – tramite tipologie, fogge, tecniche e materiali – l’ornamento prezioso femminile in uso dall’inizio del XIX secolo fino alla prima guerra mondiale.

I gioielli sono disposti nelle due sale secondo raggruppamenti tipologici, in parte dettati dal loro posizionamento sul corpo, ma soprattutto definiti dall’uso a cui erano commessi in ambito tradizionale oppure subordinato ai dettami della moda. Riconoscendo all’ornamento significati molto complessi e stratificati – bene economico, strumento giuridico, mezzo di scambio, oggetto di status, soggetto simbolico – esso da conto sia dell’uso tradizionale, consuetudinario che ne è stato fatto dai ceti popolari nel corso delle generazioni, sia della trasformazione in loco del gusto della nascente borghesia all’interno di una processo di accelerato dinamismo economico tipico della società europea del XIX secolo.

Per quanto attiene la tradizione vi sono: dorini, fili di granati, collane d’ambra, chiusure a lucchetto, croci bugnate con fiocco, crocifissi, croci alla Jeanette con cuori passanti, “odorini”, anelli “mano in fede”, spilloni da testa, orecchini a cerchio e a mandorla, medaglioni, ex voto. Un discreto numero di ori proviene da altri paesi europei (Francia, Svizzera, Inghilterra); condotti in loco sotto forma di doni, offerti da fidanzati, figli, mariti al loro rientro da viaggi di lavoro, essi testimoniano il fenomeno dell’emigrazione che intensamente ha interessato la Valle del Cervo.

Gli ornamenti tradizionali nella Valle del Cervo e nell’Alto Biellese hanno la comune caratteristica di essere leggeri, cavi, costituiti da lamine d’oro lavorate a impressione e a stampo, con titolo aureo di 750 millesimi. Il repertorio di forme e decori deriva in parte da modelli sei-settecenteschi, in parte da fogge diffuse in età napoleonica e nel periodo romantico, e ancora da modelli francesi di ornamentazione popolare. Va segnalata anche l’influenza esercitata dall’ornamentazione femminile della Valsesia, in particolare l’utilizzo anche nella Valle del Cervo di piccole croci con smalti neri e modanature, della “mano in fede” montata su cordone nero da collo, dei “lucchetti “ con variopinte decorazioni a smalto.

Alla produzione d’argento degli orafi coronari di oropa sono state dedicate due vetrine che ospitano una selezione di ex voto, anche anatomici, e di medaglioni devozionali e battesimali. La destinazione di questi ultimi, infatti, non era solo quella di ornare il Sacello della Madonna a Oropa, ma anche di essere dono per i neonati in occasione del battesimo. L’uso era molto diffuso nella Valle del Cervo dove, a partire dal XV secolo, si sviluppa il culto di San Giovanni Battista della Balma (o d’Andorno). Cuori e parti anatomiche, in lamina d’argento, sovrapposti gli uni agli altri a causa dell’esiguità dello spazio sacro, venivano a costituire veri e propri sistemi decorativi spontanei, casuali e perciò, una volta smantellati, purtroppo irriproducibili.

La selezione di gioiello “borghesi” mostra l’accentuarsi, nell’arco di un secolo, della stratificazione sociale che ha portato la borghesia e perfino parte della classe subalterna a modellare progressivamente il proprio gusto e le modalità d’ornamentazione allo standard cittadino ed è indice delle trasformazioni tecniche che investono i processi esecutivi dei gioielli dopo l’avvento della rivoluzione industriale. Badando al costo dei materiali lapidei (dimensione e purezza delle gemme) e dei metalli preziosi (più ampia libertà nell’utilizzo di leghe a basso titolo) a partire dalla seconda metà dell’Ottocento fiorisce una produzione intermedia, di piccola o media gioielleria, che arriva, secondo la logica dell’abbassamento dei costi, ad utilizzare materiali vitrei e di imitazione. La regola di mercato che impone la produzione di merci a prezzi sempre più accessibili condiziona e modifica le tecniche di lavorazione: lo sbalzo e l’imbutitura manuale sono sostituiti dallo stampo meccanico e la modellazione del filo pieno dal procedimento “a canna vuota”.


INGRESSO LIBERO
ORARI
giovedì-venerdì, ore 15-18.30
sabato e domenica, ore 10-12.30 | 15-18.30
Al mattino aperto su prenotazione per gruppi e scolaresche

VISITE GUIDATE GRATUITE, sabato e domenica alle ore 16

LABORATORI DIDATTICI GRATUITI per bambini dai 6 ai 10 anni
sabato 15 dicembre 2012, ore 15.30
sabato 5 gennaio 2013, ore 15.30

 

Le bandiere del Piemonte ottocentesco

Le bandiere del Piemonte ottocentesco
a cura di Enrico Ricchiardi
Mercoledì 28 novembre 2012 ore 21
Sala conferenze – Museo del Territorio Biellese

Conferenza a cura di Enrico Ricchiardi, prevista per MERCOLEDÌ 28 NOVEMBRE alle ore 21 presso la sala conferenze del Museo.
In apertura di conferenza la presentazione del volume “Montebello. 20 maggio 1859” a cura di Fabio Fiorentin e la presentazione del Centro Studi Generazioni e Luoghi “Dalla conservazione alla valorizzazione. La nostra strategia per il 150° dell’Unità d’Italia”, a cura di Francesco Alberti La Marmora e Silvia Cavicchioli.

L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alla Cultura in collaborazione con il Centro Studi Generazioni e Luoghi.

TA-ASET

TA-ASET
 Storia di un nome, Storia di una mummia
 16, 17 , 18  novembre 2012 -Museo del Territorio Biellese

I risultati delle recenti analisi mediche (TAC= tomografia assiale computerizzata) a cui è stata sottoposta la mummia conservata presso il Museo del Territorio Biellese il giorno 5 maggio 2012, presso l’Ospedale Molinette da parte dell’equipe del dottor Gandini, hanno fornito il pretesto all’Assessorato alla Cultura di Biella, che da sempre grazie alla passione dell’assessore Andrea Delmastro, si distingue per valorizzare il patrimonio culturale del nostro territorio, per proporre ai biellesi una tre giorni dedicata alla cultura egizia.

Molto amata dai biellesi di ogni età, la mummia ritrovata dall’illustre egittologo Schiaparelli nel 1908 ad Asyut, trasportata a Torino e poi nel 1951 concessa in prestito temporaneo dal Museo Egizio di Torino al Museo Civico di Biella, ha da sempre occupato un posto privilegiato negli allestimenti museali: prima al Civico con un’ardita vetrina ad opera dell’architetto Nicola Mosso, ed ora, al Museo del Territorio con la teca, unica nel suo genere, ideata da Mauro Vercellotti. Se già una radiografia del 1951 evidenziava una frattura alla tibia, ora nuove e affascinanti immagini della TAC ci svelano altri particolari sulla donna mummificata in epica tolemaica.

Nella tavola rotonda di venerdì 16 novembre, ore 18,00, presso il Museo del Territorio, saranno presentati dall’equipe medica dell’istitutodi radiologia diretto dal dottor Gandini e dalla dott.ssa Rosa Boano del Museo di Antropolgia e Etnografia di Torino gli esiti della TAC e le novità sulla mummia che, fino ad oggi tutti noi chiamavamo Shepsittaesi, grazie lettura dei caratteri geroglifici presenti sul bellissimo sarcofago, ma che una nuova e più corretta lettura, attuata dall’egittologa Elisa Fiore Marochetti della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, ci indica come Ta-aset. Saranno presenti anche il Soprintendente archeologo Egle Micheletto e il funzionario archeologo che si occupa della tutela del Biellese, Giuseppina Spagnolo.

Sabato 17 novembre ore 16,00 le archeologhe del Museo del Territorio (Angela Deodato, Giuliana Morena, Chiara Rossi) offriranno agli aspiranti egittologi di età compresa tra 6 e 10 anni, che si saranno prenotati anticipatamente, un nuovo e divertente laboratorio dal titolo  “Spaventevoli scatole a colori!” che trae ispirazione dalla cassetta per visceri rinvenuta insieme alla mummia ed esposta in museo.

Domenica 18 novembre ore 17,00 ancora le archeologhe del Museo effettueranno una visita guidata alla sezione egizia con particolare approfondimenti sulla mummia Ta-aset; a seguire la presentazione di un video che diventerà parte permanente della sezione egizia del museo. Al termine aperitivo egizio con letture e approfondimenti a cura della dott.ssa Patrizia Petitti della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, esperta di cucina dell’Egitto Antico.

Scocca la Freccia al Museo – 14 Ottobre

DOMENICA 14 OTTOBRE 2012, dalle 15 alle 18.30, il Museo del Territorio Biellese propone un open day di archeologia sperimentale SCOCCA LA FRECCIA AL MUSEO.

Gli esperti del Laboratorio di Archeologia Sperimentale LIAST e gli archeologi del Museo guideranno adulti e bambini nella creazione di frecce, archi  e umboni di scudo, nel tiro con l’arco e nella lavorazione dell’argilla.
All’interno del Museo sarà possibile visitare l’allestimento TRA SUD E NORD 2000 ANNI FA, con reperti archeologici della Magna Grecia appartenenti alle collezioni civiche, esposti per la prima volta.
Per gli insegnanti e i genitori sarà inoltre attivo un tavolo informativo sulle attività didattiche 2012-2013 del Museo.

Ingresso libero e merenda gratuita per tutti i bambini


PER INFORMAZIONI :
Assessorato alla Cultura | Museo del Territorio Biellese
Via Quintino Sella, Biella
Tel 015 2529345 Fax 015 2432791

Bibliopride 2012 : presentazione del libro di Laura Lepri

SABATO 13 OTTOBRE alle ore 18.00 presso la sala conferenze del Museo, si terrà la presentazione del libro di Laura Lepri “DEL DENARO O DELLA GLORIA. Libri, editori e vanità nella Venezia del Cinquecento“.

L’iniziativa, inserita nell’ambito del Bibliopride 2012, giornata nazionale delle Biblioteche, è promossa dall’Assessorato alla Cultura – Biblioteca civica, con la collaborazione di Lions Club Biella Bugella Civitas.